domenica

5° giorno - il motu Tiapa'a

Iaoranàaa
Anche il risveglio fra noi due risulta più dolce sillabando con un fil di voce questa parola.
L'erbetta bagnata ci ricorda che anche stanotte è scesa un po' di pioggia.
A colazione nuovi gusti di marmellate, anche i sapori regalano ulteriori gioie quando si è pienamente rilassati.

Oggi dovrebbe essere una giornata più tranquilla, rimaniamo qua nel motu Tiapa'a, attorno alla  pensione. Faremo un giro con delle canoe che ci lasciano a disposizione, andiamo a prendere le pagaie vicino alla cucina, le canoe sono adagiate in una riva lontana qualche centinaio di metri dal nucleo della pensione, per raggiungerle dobbiamo attraversare un tratto di palmeto.
Nel motu non ci sono recinzioni che dividono le varie proprietà, ognuno sa bene cosa è suo e cosa appartiene agli altri, anzi gli antichi polinesiani non avevano proprio il senso della proprietà, tutto era di tutti, sono stati poi i "civilizzatori" ad imporre le loro (nostre) fobìe.
Anche durante le precedenti passeggiate avevamo il sospetto che Durga non solo ci accompagnasse, ma che indicasse veramente la strada, questa volta ne abbiamo la conferma, lei sa , SA dove stiamo andando, e ci anticipa di qualche metro.
Questo è un classico esempio di quanto sia limitativo chiamarli semplicemente ... cani.


Durga ci aveva accolto al nostro arrivo al Kuriri, non potevano mancare le nostre carezze con il pensiero che andava a Belle, lasciata tristemente a casa (non da sola eh, in compagnia dei figli).
Jean ci ha avvisato che ce la saremmo ritrovata sempre al nostro fianco, lo faceva con tutti.
Una volta ci ha raccontato la sua storia ed alla sera, seduti attorno ad un tavolo, è affascinante ascoltare racconti di mare anche se riguardano cani, sopratutto quando in seguito se ne riscontrano le verità.
La prima volta l'avevano incontrata durante un'escursione con dei turisti nel motu vicino a quello dove eravamo, probabilmente l'avevano portata là da un villaggio di Maupiti. Si era dimostrata subito dolce, si erano affezionati, solo che la pensione aveva già altri due cani maschi e così a malincuore, non volendo creare una cagnara, l'avevano lasciata là.
A dividere i due motu c'è un Pass, un largo e profondo canale dove le acque dalla laguna fuoriescono verso l'oceano con una corrente violenta (e successivamente l'abbiamo provata, nuotandone ai bordi non riuscivamo ad andare avanti, pensatevi in mezzo). Al mattino dopo si erano ritrovati Durga seduta in barca, al di qua del canale.
Come aveva fatto Durga ad attraversarlo? Sembrava impossibile pensando che una volta la corrente si era portata via una barca della pensione, legata maldestramente, e dopo tre mesi era stata ritrovata dalle autorità delle isole Cook a tremila km di distanza.
E poi Durga come era riuscita a riconoscere proprio il loro natante ormeggiato fra gli altri delle altre famiglie che abitano il motu?
Durga aveva scelto il Kuriri.
Se la sono tenuta, l'hanno portata a sterilizzare ed è diventata la mascotte.
A volte la vedevamo entrare in acqua, immobile fissare un punto, si vedeva chiaramente che cercava di catturare un pesce, ci hanno detto che spesso ci riusciva e probabilmente si era sfamata proprio così quando era stata abbandonata.
Alla sera ci seguiva nel farè, però non entrava, così ci facevamo vicendevole compagnia nel terrazzo e dopo si adagiava sotto per la notte.
Quando siamo partiti non l'abbiamo trovata, sicuramente ha voluto risparmiarci il magone dell'addio.

Una volta messa in mare la mia canoa Durga mi anticipa e si siede al mio posto, non essendo un cagnolino di piccole dimensioni preferisco scaricarla e lasciarla a terra.
Facciamo il giro di mezzo motu, durante una pausa vediamo Durga che ci sorpassa nuotando vispamente, ci ha seguiti per tutto il lungo tragitto, poi continua a farlo sulla riva, e nei punti in cui la riva forma delle profonde cale si rituffa in acqua e continua ancora a nuoto.

Remare stanca molto chi non c'è abituato. Il giro completo del motu è di circa 4km, dopo poco preferiamo tornare indietro, lasciare a terra le canoe e continuare in passeggiata. Proseguiamo lungo la spiaggia ed un folto gruppo di cani ringhiosi, fuoriusciti da una delle abitazioni, ci avvicina, mettiamo in pratica quanto suggerito da Jean in questi casi, è sufficiente chinarci facendo finta di raccogliere un sasso che questi si allontanano e ci lasciano continuare il giro. In tutto il motu ci saranno 5-6 abitazioni, un paio sembrano abbandonate però potrebbero essere dei luoghi di vacanza per qualche abitante di città.

Anche in questa giornata si susseguono i bagni, lo snorkeling, la familiarizzazione con gli abitanti del mare, però oggi la soddisfazione più grande è ... il riposo.
Nel tardo pomeriggio scopriamo quello che in seguito diventerà una delle tappe fisse serali.
Avevo il sospetto che fosse qualcosa di incantevole, ma non credevo fino a questo punto.
Il tramonto, il sole che se ne va, il pensiero che mentre qua la luce sta svanendo all'incontrario in Italia sta crescendo, quello che noi non vediamo più adesso lo vedono i nostri figli.
Poco prima il sole è accecante, inguardabile, gli occhi si abbassano sulla sabbia, la vista trema, mi stropiccio gli occhi, no, è proprio la spiaggia che trema, che si muove. Fisso gli occhi sulla sabbia e solo così mi accorgo del gran viavai di paguri, tutti dentro alla loro casa ambulante, di tutte le dimensioni, dai minuscoli a quelli anche di 4-5 centimetri. Ci piglia un momento di dispiacere, forse prima ne abbiamo calpestato qualcuno senza accorgercene.
L'esplosione di luce si riflette sia sulla laguna sia sulle nuvole, velocemente tutto scema, solo le nuvole rimangono arrossate, subentra il grigio ed in pochi minuti ... la notte.

A cena Jean ci avvisa che il vento è cambiato, adesso arriva da sud, e questo non porta niente di buono, speriamo bene.
Buonanotte

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