Iaoranàaa.
L'ultima mattinata a Fakarava la trascorriamo con un continuo groppo in gola.
Perchè le cose belle devono sempre avere una fine?
Nella pensione stanno facendo dei preparativi per una festa che faranno nel pomeriggio, un anniversario di matrimonio. A mezzogiorno la cucina è chiusa, però la moglie di Joachin trova tempo e voglia per prepararci un'insalatona ... da foto, e lui regala a Donatella un girocollo con una perla nera.
Mauruurù, grazie, è la seconda parola che ci porteremo dentro per sempre.
Al primo pomeriggio Joachin ci accompagna all'aeroporto, qua speravamo di fare qualche acquisto nell'unico negozio con souvenir presente a Fakarava, invece lo troviamo chiuso.
Il volo passa malinconico: "Air Tahiti con i tuoi aerei ad elica, addio".
A Papeete sostiamo circa 7 ore, arrivando alle 16,30 non abbiamo il tempo per andare in centro città (ricordate? i negozi in città chiudono alle 17,00). Le prime ore non passano mai, i negozi in aeroporto invece aprono e chiudono con orari non ben precisi legati ai voli internazionali, adesso sono quasi tutti chiusi, siamo due anime in pena che a forza di andare avanti e indietro scavano un solco a terra. Verso le 20,00 tutto si anima, così abbiamo l'opportunità sia di spendere una parte dei soldi locali che ci erano rimasti, sia di ri-cambiarne la parte più grossa visto che a quell'ora aprono anche lo sportello di una banca (anche da noi accade, vero?).
In perfetto orario iniziano le operazioni di imbarco e ... partiamo.
A questo punto non so più se augurarvi buonanotte o buongiorno, da adesso fino a Parigi le ore saranno un vero caos.
In aereo non capiamo bene i segnali che il nostro corpo ci lancia, è meglio dormire subito visto che qua sono le 23 oppure è meglio cercare di riabituarsi ai ritmi italiani dove sono le 11?
Gli occhi si chiudono e si riaprono,
buon ... viaggio.
L'ultima mattinata a Fakarava la trascorriamo con un continuo groppo in gola.
Perchè le cose belle devono sempre avere una fine?
Nella pensione stanno facendo dei preparativi per una festa che faranno nel pomeriggio, un anniversario di matrimonio. A mezzogiorno la cucina è chiusa, però la moglie di Joachin trova tempo e voglia per prepararci un'insalatona ... da foto, e lui regala a Donatella un girocollo con una perla nera.
Mauruurù, grazie, è la seconda parola che ci porteremo dentro per sempre.
Al primo pomeriggio Joachin ci accompagna all'aeroporto, qua speravamo di fare qualche acquisto nell'unico negozio con souvenir presente a Fakarava, invece lo troviamo chiuso.
Il volo passa malinconico: "Air Tahiti con i tuoi aerei ad elica, addio".
A Papeete sostiamo circa 7 ore, arrivando alle 16,30 non abbiamo il tempo per andare in centro città (ricordate? i negozi in città chiudono alle 17,00). Le prime ore non passano mai, i negozi in aeroporto invece aprono e chiudono con orari non ben precisi legati ai voli internazionali, adesso sono quasi tutti chiusi, siamo due anime in pena che a forza di andare avanti e indietro scavano un solco a terra. Verso le 20,00 tutto si anima, così abbiamo l'opportunità sia di spendere una parte dei soldi locali che ci erano rimasti, sia di ri-cambiarne la parte più grossa visto che a quell'ora aprono anche lo sportello di una banca (anche da noi accade, vero?).
In perfetto orario iniziano le operazioni di imbarco e ... partiamo.
A questo punto non so più se augurarvi buonanotte o buongiorno, da adesso fino a Parigi le ore saranno un vero caos.
In aereo non capiamo bene i segnali che il nostro corpo ci lancia, è meglio dormire subito visto che qua sono le 23 oppure è meglio cercare di riabituarsi ai ritmi italiani dove sono le 11?
Gli occhi si chiudono e si riaprono,
buon ... viaggio.