martedì

17° giorno - Fakarava, Pass Sud e sabbie rosa

Iaoranàaa
Avete presente la scarica finale dei fuochi artificiali? Quella che fa rimanere a bocca a perta, che viene accolta con gli "OOOHHH", che alla fine lascia sempre un po' di malinconia, oggi ce l'aspettiamo (ed inevitabilmente il post sarà lungo), anche solo salendo in gommone ci viene il groppo in gola .
Noi due e 12 compagni di viaggio, nessuno parla l'italiano per cui non c'è molto dialogo.
La traversata è lunga, praticamente partiamo dall'angolo nordest dell'atollo ed arriviamo a quello sudovest, più di 50km fatti in un'oretta e mezza. Già farli con mare piatto è una tortura, averli percorsi con un po' di onde sarebbe stato veramente impossibile.
Noi snorkelisti ci scaricano a Tetamanu, mentre i sub li porteranno in acque più profonde.
Proprio dove scendiamo ci accolgono, attorniati da uno stuolo di pesci, il sindaco "ad honorem" del paese e consorte, la famiglia ... Napoleon.


La discesa in acqua è stupefacente, per andare dalla riva verso la laguna c'è una specie di canale profondo poco più di un metro, lo percorriamo letteralmente avvolti da pesci e coralli, a pelo d'acqua un fodero di pesci lunghi e stretti con una proboscidina, tutto intorno un arcobaleno di colori vivi.
L'acqua è la più trasparente di quelle che abbiamo trovato finora, siamo proprio all'imbocco del pass sud, la corrente questa volta è uscente e, pur rimanendo sottoriva, facciamo veramente fatica per nuotarle contro. Riuscamo ad avanzare solo per qualche decina di metri ma ci sono più che sufficenti per scaricare la nostra adrenalina sugli squali che ci girano attorno, questa volta non piccolini a "pinna nera", ma ben più grossi e maestosi; loro rimangono un po' più lontani, dove l'acqua è più profonda, noi preferiamo riamanere sotto costa, mimetizzandoci fra i coralli. Vi garantisco che, nonostante ci assicurino siano innocui, quando uno mi punta ed inizia a venirmi incontro un certo timore mi assale ... non si sa mai. La corrente aumenta d'intensità e di contro le nostre forze diminuiscono, decidiamo di ritornare sulla terra e visitare l'adiacente paesino di Tetamanu.
Qua sorge la chiesa cattolica più antica della Polinesia, non capiamo bene se è quella tenuta meglio oppure il rudere che le sorge a fianco, non c'è nessuno a cui poterlo chiedere.

Il paesino è letteralmente deserto, niente strade asfaltate, un'unica strada/sentiero unisce la decina di case. Queste sono tutte con porte e finestre aperte, tutte con all'interno segni di vitalità (mobili, stoviglie, panni, ecc) ma nessun abitante, veramente nessuno in giro, un paese fantasma. Non capiamo il perchè e (logicamente) non c'è nessuno a cui poterlo chiedere (ci dimenticheremo di chiederlo anche a chi ci ha accompagnato). Ritorniamo alla spiaggia per un'altro tentativo di nuotata ma la corrente è sempre più violenta e ci coglie una fitta al cuore, un momento di grande tristezza. La laguna sta svuotando le sue acque, ed assieme a loro fuoriescono le schifezze create dall'uomo, delle lunghe linee di schiuma da detersivo e di liquami.
Arriva il gommone con i sub e si va verso queste benedette sabbie rosa, sono poco lontano.
Il gommone ci lascia ben lontani da riva, per arrivare a terra dobbiamo camminare per qualche centinaio di metri in mezzo metro d'acqua. Ci accoglie un grande tratto di sabbia coperto da pochi centimetri d'acqua e sotto ... tutto rosa.


La sabbia come sempre è costituita da granuli di coralli, però questi da vivi non sono rosa o rossi, assumono questa colorazione solo dopo morti. La tinta viene accentuata dall'acqua, quando a riva la sabbia si asciuga il colore perde un po' d'intensita, però non perde di fascino.
Le nostre facce trasmettono questo momento di gioia, un'altro dei nostri sogni si è trasformato in realtà, e ci stiamo proprio dentro.
Sempre timorosi di aumentare troppo il peso delle valigie ne raccogliamo comunque una buona quantità.

Pranziamo nel motu con due panini che ci aveva preparato Joachin, circondati da queste sabbie, pochi minuti di siesta, gli occhi si beano di quanto ci circonda, quel motu è proprio un'oasi di pace,  poi si ritorna a Tetamanu.
Questa volta portano anche noi fuori dal pass, la corrente della marea si è fermata, i sub si immergono ed assistiamo allo spettacolo delle onde che si infrangono sul reef viste da dietro, dalla parte dell'oceano.
Sembra proprio di assistere ai filmati sui surfisti, con le onde che si alzano imponenti, si increspano di spuma bianca, il vento ne fa svolazzare la cima, e si infrangono.


Ritorniamo dall'ormai nostro amico Napoleon con l'intenzione di fare un'altro po' di snorkeling, visto il calmarsi delle acque, ma ci accoglie una condizione ... desolante.
I liquami e la schiuma che prima stavano uscendo adesso si sono fermati proprio a riva (probabilmente quando le acque risaliranno se li riporteranno via), c'è una gran quantità di schifezze poggiate sopra a quell'acqua che sotto vediamo trasparentissima, ci manca la voglia d'immergerci, rimaniamo a riposare.
I sub ritornano poco dopo.

Durante il rientro ci portano a fare una visita.
Poco lontano, su un motu isolato, è in funzione un hotel particolare.
Senza energia elettrica si illuminano solo con torce e lumi, alcuni vivono assieme come in una comune mentre altri abitano in farè senza nessuna comodità, mangiano tutti assieme su grandi tavolate, i turisti aiutano i "gestori" nei loro lavori e faccende quotidiane, e così via. Si chiama Aita Paradise e lo consiglio a chi desidera provare un'esperienza diversa.
La marea inizia a risalire, e ci soprende la sua irruenza.


Un'altra oretta e mezza di laguna e ritorniamo a Rotoava.
Quelli del Te Ava Nui Diving Center si sono dimostrasti molto cordiali e professionali, per me sarà un onore (oltre che un malinconico ricordo) indossare la loro maglietta.



Alla sera, dopocena, ritorniamo sul pontile della pensione con pila e macchina fotografica, però i pesci non vogliono saperne di seguire la mia luce, evidentemente "sentono" che è un qualcosa di estraneo e non si avvicinano. Non ne siamo per niente delusi, quanto passato in giornata riempie noi e i nostri discorsi.
Buonanotte

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